top of page

Biomasse: il lato oscuro dell'energia 'verde'.

  • Immagine del redattore: Aletheia
    Aletheia
  • 3 giorni fa
  • Tempo di lettura: 4 min

Un complesso industriale di dimensioni incospicue, situato a poco più di un chilometro dalla costa, passerebbe quasi inosservato se non fosse per le cataste di legno in scaglie che svettano sui terreni vicini. Questi depositi di cippato alimentano un sistema di caldaie che produce energia elettrica per una centrale a biomasse, considerata una delle più grandi realtà europee nel settore.

Il complesso si trova alle porte di Strongoli, in provincia di Crotone, ed è gestito da Biomasse Italia. Dal 2017, la società è stata acquistata da EPH, il più grande gruppo energetico ceco dell’Europa centrale. A una dozzina di chilometri a sud della centrale, il gruppo possiede anche un altro impianto a biomasse, gestito da Biomasse Crotone.


Il sostegno dell’Unione Europea e le controversie ambientali

Le operazioni di EPH nel Crotonese, così come nelle altre centrali a biomasse del gruppo ceco in Europa, sono sostenute dall’Unione Europea, che considera l’energia prodotta dalla combustione del legno a impatto climatico neutro. Il principio su cui si basa questa politica è che il carbonio rilasciato durante la combustione verrà riassorbito durante la crescita di nuovi alberi.

Tuttavia, i dati scientifici mostrano che bruciare legno per produrre energia emette più gas serra del carbone, e gli impianti di questa centrale sembrano prendere più di ciò che danno. La ditta dichiara di voler diventare leader nella trasformazione energetica, ma il miliardario ceco che la possiede ha costruito un patrimonio di oltre 9 miliardi di dollari investendo in miniere di carbone e centrali a gas. Le sue operazioni a biomassa sparse per l’Europa beneficiano di milioni di euro di sussidi per l’energia pulita.

Come a Strongoli, nelle comunità intorno alle centrali a biomasse in Europa cresce lo scetticismo sull’idea che la combustione del legno possa essere considerata a zero emissioni. Gli alberi impiegherebbero decenni per riassorbire il carbonio rilasciato. Molti speravano in un cambiamento grazie alla revisione della direttiva europea, ma l’Unione Europea continua a considerare il settore delle biomasse alla stregua dell’eolico e del solare.


Dubbi sulla provenienza del legno e mancanza di trasparenza

È difficile indagare sulla provenienza del legno bruciato. Dai registri doganali, stimiamo che nel 2023 siano arrivati al porto di Crotone oltre 140.000 tonnellate di cippato da fuori regione, pari a quasi il 30% dell’approvvigionamento annuo di Biomasse Italia e Biomasse Crotone.

Le due società dichiarano di utilizzare fino a 400.000 tonnellate all’anno di legno di scarto, ma nei rendiconti finanziari la maggior parte del combustibile è definita come "legno vergine", un termine vago che indica che il materiale non è stato ancora utilizzato e generalmente proviene da foreste. Secondo una ricercatrice, una cosa è certa: non può essere legno di scarto.

Le nostre indagini rivelano inoltre che la centrale della stessa ditta nel Regno Unito, nel periodo 2023-2024, ha bruciato pino a lunga foglia, una specie protetta. Nell’impianto francese della stessa società, circa il 30% dell’approvvigionamento proveniva da aree protette.

Le filiali italiane della ditta non hanno risposto alle nostre domande in tempo per la pubblicazione di questo articolo.


Un settore sostenuto dai sussidi pubblici

In media, tra il 20% e il 30% dei ricavi degli impianti a biomassa italiani di questa società provengono da sussidi pubblici. Nel 2022, le aziende hanno ricevuto oltre 61 milioni di euro in incentivi per l’energia pulita, gestiti dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e pagati in bolletta da tutti gli italiani. Nello stesso anno, la società ha estratto fondi per oltre 62 milioni di euro dalle sue filiali sotto forma di dividendi per pagare i suoi azionisti.

Abbiamo inoltrato decine di richieste di accesso agli atti per verificare la filiera e i requisiti ambientali necessari per accedere ai sussidi. Tuttavia, molti enti pubblici hanno dichiarato di non essere in possesso della documentazione richiesta o che la questione non rientrava nelle loro competenze.

  • Il GSE non ha risposto nei termini legali.

  • Il Ministero dell’Ambiente ha dichiarato di non avere certificazioni di origine del legno né liste di fornitori.

  • L’ISPRA ha ammesso di aver conferito a Biomasse Crotone la certificazione EMAS, uno strumento volontario di gestione ambientale, senza aver mai visionato i dettagli del rapporto, basandosi esclusivamente su un attestato rilasciato da un organismo privato di certificazione.

La poca trasparenza rende difficile chiedere conto alle società di un settore con una tracciabilità pubblica limitata.

Le infiltrazioni mafiose nella filiera delle biomasse

Negli anni, la filiera delle biomasse ha accumulato diversi precedenti legati a infiltrazioni mafiose.

Secondo le indagini della Procura di Catanzaro del 2022, è emerso un sistema di falsificazione della filiera e smaltimento illecito di rifiuti negli impianti a biomassa del Crotonese, comprese le centrali di Strongoli e Crotone.

L’ex PM di Catanzaro Domenico Guarascio, ora in servizio a Crotone, spiega che il sistema è ben collaudato:

  • Un oligopolio di aziende controlla il settore.

  • Alcune di queste ditte sono intestate a esponenti della criminalità organizzata.

Nonostante gli sforzi della Procura, la confusa catena di responsabilità e il sistema di controlli pubblici carenti hanno impedito in molti casi di individuare precise responsabilità penali.

"Mancano controlli e procedure per definire le responsabilità in una filiera complessa, con numerose aziende e società coinvolte. Quando c’è una moltiplicazione di responsabilità, di fatto non ce n’è mai una."– Domenico Guarascio, ex PM di Catanzaro

L’inchiesta

Questo articolo fa parte di "Biomasse: Green Mirage", un’inchiesta durata mesi e realizzata da un team internazionale di giornalisti provenienti da cinque paesi. L’indagine è stata sviluppata con il sostegno del giornalismo europeo e in collaborazione con una testata investigativa.

תגובות


Dipartimento per le Politiche Giovanili e Servizio Civile Universale

Progetto realizzato in attuazione dell’Accordo di collaborazione tra il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale e la Regione Calabria. – FBG 2020.

Email:

progetto.aletheia.risorse@gmail.com

Telefono:

334 9078998

  • Instagram
  • Facebook
  • YouTube
bottom of page