La mostra permanente inaugurata il 20 Giugno dal Sindaco Mariangelina Russo, da poco rieletta alla guida della nostra Comunità, narra la storia della Città di Laino nei primi anni del ‘900, quando ancora il borgo conservava le caratteristiche di un paese rurale circondato dal verde, bagnato dai suoi due fiumi Iannello e Lao e sovrastato dalla collina con la Chiesa di San Teodoro e il vecchio nucleo di Laino Castello. Il centro del paese, la piazza con la chiesa Madre di Santo Spirito conserva ancora un locale sito in una casa ristrutturata che un tempo conteneva la Biblioteca pubblica, segno che anche in un piccolo paese ai primi del ‘900 i libri venivano considerati uno strumento necessario ad accrescere l’istruzione dei molti che ancora a stento sapevano leggere. Un sogno iniziato nel 1909,per volontà di due persone colte e lungimiranti, coltivato per molti anni e che oggi si è concretizzato in una nuova bellissima Biblioteca ricca di fondi librari anche rari, sita nell’antico palazzo Attademo al rione Casaletto. Certo il ponte di legno sul fiume Iannello oggi è invece un nuovissimo ponte in cemento largo e spazioso e non serve per far transitare gli asini di un tempo con le loro some; il fiume non serve più a far girare la ruota dell’antico mulino ad acqua ma nel tempo il Iannello, affluente del Lao non ha perso la sua irruenza e scorre tra le pietre rumoreggiando come un secolo fa. Continuando nella nostra passeggiata nell’antico paese , incontriamo strade non lastricate , in cui i sassi e le pietre erano il materiale più adoperato su cui arrancavano con passi faticosi in salita verso le case dei vari rioni Casaletto e S. Sebastiano i contadini tornati dai campi intorno con i raccolti del loro orto. Tuttavia se tanti luoghi , strade e case hanno cambiato nel tempo il loro aspetto con l’unico e ricorrente segno del passato “i portali in pietra”, il paesaggio intorno non è mutato, anzi sembra quasi che il tempo si sia fermato. L’antico paese con la Chiesa e la torre campanaria di Laino Castello sovrasta ancora il nostro paese – Città ( fu Carlo V a darle questo titolo ospitato con le sue truppe nel paese), e il verde dei boschi lo contorna come in una scenografia del tempo andato, in cui ora è incastonato il Viadotto autostradale che supera con un balzo le gole del Lao, attrattiva che richiama tanti turisti ogni anno. Non sono cambiati i sapori e i profumi della nostra terra e l’ospitalità che è peculiare della gente di Calabria, certo gli antichi mestieri non segnano più la continuità con il passato, sebbene ci siano ancora vecchi artigiani che lavorano il legno, e che producono cesti di vimini intrecciandoli come un tempo. Le foto della mostra in bianco e nero sollecitano i nostri ricordi e rimandano a un passato in cui la vita scorreva lentamente e gli anziani raccontavano storie intorno al fuoco. Le foto in qualche modo suppliscono alle parole perdute ma le immagini le rendono ancora vive perché se le radici sono solide , le foglie dell’albero del futuro rinascono ad ogni nuova stagione.
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